WIDOWSPEAK- “Plum” cover album“Plum” è l’album dei Widowspeak che segue “Expect The Best” (2017). Il disco del duo dream folk è stato anticipato dai brani “Breadwinner”, maestosa e fortemente influenzata dagli anni ’80, e “Money”, più psichedelica-folk grazie alle sonorità di Robert che accresce la voce dolce e delicata di Molly, con entrambi a riallacciare i punti focali del sound ai Mazzy Star.

Questo è il quinto album della formazione composta da Molly Hamilton e Robert Earl Thomas, entrambi originari di Tacoma, Washington e in seguito trasferitisi a New York per lanciarla nel 2010. In passato si sono presentati in formazione a trio e pure in quartetto, ma in realtà sono sempre stati l’espressione della Hamilton, cantante e chitarrista, e di Thomas, chitarrista, bassista e tastierista. In quest’occasione si sono fatti accompagnare dal batterista Andy Weaver, dal pianista Michael Hess e dal bassista e tastierista Sam Evian, pure produttore del lavoro.

Con “Plum”, la partnership di scrittura radicata nel rapporto creativo tra la bandleader Molly e il chitarrista Robert Earl continua ad espandersi su visioni condivise, scavando più a fondo in ciò che è sempre stato presente: chitarre polverose, melodie orecchiabili, arrangiamenti caldi ed espansivi. Ogni voce del loro catalogo ha sempre segnato una sottile rivisitazione del loro suono, anche se i punti di riferimento perenni rimangono gli stessi: il dream pop degli anni ’90, lo psych rock degli anni ’60, una certa incrollabile Pacific-Northwestness. Non sono dischi che rimangono sul mercato il tempo necessario di un ciclo di produzione, ma acquisiscono sempre più fans grazie al passaparola.

Il quinto album della band è umile nella struttura, pesante sull’umore. Forse questo è dovuto al fatto che si sono presi una pausa dalla routine dei tour, lavorando a tempo pieno e ambientandosi nel ritmo della vita quotidiana in una piccola città del nord di New York. Il disco è stato registrato durante una manciata di fine settimana lo scorso inverno da Evian (Cass McCombs, Kazu Makino, Hannah Cohen) nel suo studio Flying Cloud nei Catskills, ed è stato mixato da Ali Chant (PJ Harvey, Aldous Harding, Perfume Genius). L’album si pone nel canone della band come se fosse sempre stato lì, ma con nuove trame che emergono, come l’impulso poliritmico di “Amy” e “The Good Ones”, o la traccia fluida, influenzata da Terry Riley, “Jeanie”.

“Plum” naviga negli spazi tra le emozioni minori della vita moderna. I testi di Hamilton parlano del tumulto unico di chiunque crei il proprio impiego, che in qualche modo deve sopravvivere grazie a tali “frutti del proprio lavoro”. I Widowspeak hanno sempre reso una pillola amara molto più facile da ingoiare. Il maestoso “Breadwinner”, il luminoso “Even True Love” – ​​queste canzoni sono state realizzate per essere ascoltate, godute. “Money” è particolarmente ipnotico, costruito attorno a un motivo ciclico ripetitivo che funge sia da scheletro che da corpo. “Ti restituirai quello che hai messo?” la leader chiede sopra un insistente riff di chitarra.

Bravi, assolutamente da ascoltare, perché sono una band con una traccia stilistica personale che ci proietta tra passato e presente per un viaggio sensoriale di estrema gradevolezza!!!


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