THE BLACK LIPS – ‘Apocalypse Love’ cover albumEssere con i Black Lips dice molto di più su che tipo di persona sei piuttosto che su che tipo di musica ti piace. Con una discografia che spazia dal punk pieno di sporcizia e riverberato al pop stridente e luccicante al rock fuorilegge, i nostri cambiano pelle ad ogni impulso caotico e lasciano solo il filo conduttore di un irrintracciabile, hooligan auto-assicurato dietro. Il fandom dei Black Lips significa saltare sul sedile posteriore dell’hot rod truccato della band e lasciare che ti portino in qualsiasi viaggio sfrenato che sognano, sapendo che finirai in una terra illusoria e fantastica, frustato e chiedendoti come ci sei arrivato… Aspettati l’inverosimile, o qualunque cosa abbia detto Oscar Wilde.

Ecco perché non è scioccante che l’insaziabile desiderio di mutaforma dei Black Lips allevi il proprio muso ringhiante con la testa di idra nel loro decimo album in studio, “Apocalypse Love”. È uno spettacolo da baraccone, una raccolta folle di inni disadattati sfumati di sardonica assurdità, con il caratteristico ringhio dei Lips dappertutto. “No Rave” è un inizio incendiario, scatenato e calpestabile con un groove da ragazzino da club incentrato sul laser e un’affascinante paura pagana. “Lost Angel” è una colonna sonora di carnalità disperata, ambrata con la bruciatura del cinema western selvaggio. La title track è una ballata country bizzarra, alla Bonnie e Clyde, ambientata contro il fungo atomico alla fine del mondo.

“Sharing My Cream” potrebbe essere il gioiello più brillante nella corona dorata di stranezze idiosincratiche del gruppo, così comicamente eccentrica e indescrivibilmente stravagante da essere immune alle critiche. “The Concubine” è la degna conclusione di questa gita attraverso la mania allucinatoria dei Lips. L’inizio della traccia emette la dolcezza innamorata che ricorda il rock ‘n’ roll degli anni ’60, così parte integrante dell’aura dei Black Lips, ma il suono scintillante della canzone sfuma in una cacofonia spettrale e termina con la TV statica, un promemoria alla Lynch del disco. Stranezza!

Sono sempre stati impossibili da definire, ma questo lavoro li vede diventare sempre più selvaggi. “Apocalypse Love” è un grido primordiale, una lettera d’amore maniacale alla loro anarchia sonora e all’imprevedibilità del mondo in cui viviamo. Per citare ancora Oscar Wilde, ‘La moderazione è una cosa fatale’. In tal caso, i Black Lips sono immortali!!!


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