A volte la musica elettronica può essere messa in cortocircuito dal proprio stesso intellettualismo, dove concetti elevati e processi tecnici diventano il fulcro. Il lavoro del produttore musicale canadese e artista audiovisivo Timothy Gowdy può prendere il profondo come un trampolino di lancio e certamente coinvolge una buona parte di jink tecnologici, ma queste non sono le caratteristiche distintive. Ciò che contraddistingue le pubblicazioni di T. Gowdy è la risonanza all’interno dei suoi paesaggi sonori, c’è qualcosa a cui aggrapparsi e con cui relazionarsi nelle sue registrazioni.
Il debutto per Constellation, “Therapy With Colour”, è stato un album che si srotolava mentre lo ascoltavi, i pennacchi arricciati dell’elettronica pastorale e di marea che cercavano una risoluzione ipnotica. Ora lo slancio sta crescendo attorno all’uscita della nuova collezione “Miracles”, ancora disponibile grazie all’etichetta canadese dal 3 giugno.
Utilizzando il materiale sorgente di un pezzo audiovisivo dal vivo che ha sviluppato da filmati di sorveglianza, le indicazioni sono che lo sguardo di Timothy su questo nuovo disco potrebbe essere passato da fughe eteree a tensioni più urbanizzate.
La prima traccia da “Miracles”, “Deneigeuse”, ha portato qualche conferma di questo riorientamento musicale verso la velocità motorizzata e il seguito “Vidisions” rivela una motivazione cinetica simile. Martellando con sicurezza nella zona di 120/140 bpm con il suono saltellante di un rullante elettronico riverberante nelle vicinanze, la melodia mantiene il ritmo, mentre ti fa guardare alle tue spalle. Errori e punti meticolosi, balbettii e arresti furtivi, il nostro sta esplorando qualcosa di imminente che è allettante e irresistibile.
La definizione della sua proposta potrebbe essere IDM, pur non avendo riferimenti con quella degli anni novanta. Forse il termine più sensato per definirla è techno che si contamina con altre situazioni quali il rumore bianco di “350J”, l’inaspettata epica rock della title track, senza un riferimento ritmico tradizionale quasi a divenire spirituale come accade in “Clipse”.
La classica opera da far ascoltare a coloro che affermano che non ci sono proposte interessanti nell’odierno microcosmo musicale!!!
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