Che due personaggi James Williamson e Andrew Fearn. Gente che ha mangiato la polvere, ha cercato di emergere in tutti i modi, ma spesso si è vista sbattere la porta in faccia.
Il primo sembra una via di mezzo tra Ian Dury e Mark E. Smith e per soddisfare le proprie esigenze si è dovuto inventare una carriera in cui fare tutto da solo perché altrimenti non vi era speranza alcuna.
A metà anni Zero abbandona i progetti fin lì imbastiti per iniziare a produrre in totale autonomia aggressive elucubrazioni su base musicale attraverso le quali parla a ruota libera della vita privata e di quella lavorativa, con particolare predilezione per gli aspetti più insoddisfacenti di entrambe le sfere.
Nel 2009, al termine di un biennio vissuto a Londra, ritorna nella natia Grantham, piccolo centro nei pressi di Nottingham, e lì forma il progetto Sleaford Mods, nel quale coinvolge ben presto il deejay Andrew Fearn (pure lui con un passato da musicista alle spalle). Questa volta il meccanismo funziona. L’uno si concentra esclusivamente sui testi, l’altro si occupa dell’accompagnamento musicale, per il quale un laptop o una tastiera di fortuna sono strumenti più che sufficienti.
Per amarli bisogna cercare di capire che a loro non interessa essere belli perfettini, piacere a tutti, ma si esprimono portando a conoscenza le loro esperienze di vita. Certo si impegnano a differenziare le basi al massimo, ma quello che conta è che raggiungano il cuore e la pancia non il cervello.
In questa nuova fatica possiamo ascoltare “Into the payzone” che procede annoiato nella sua lentezza, oppure “Kebab spider” con andamento in saliscendi di matrice funky. Non è tutto perché ci troviamo a che fare con momenti pop e ballabili come nei pezzi “Firewall” e “ Negative script”, situazioni da inno punk come “Subtraction” persino un momento che sembra rifarsi al minimalismo per la tastieristica “Big Burt”.
È l’ennesimo tassello di una discografia e di un gruppo che non lascia scampo, lo si ama oppure lo si odia, ma in un mondo musicale che ci offre repliche in continuazione, i Sleaford Mods hanno assecondato il loro istinto creativo. E con questo sono arrivati ben oltre i traguardi che loro stessi, con ogni verosimile probabilità, si erano prefissati.
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