Dopo le acclamate uscite su Touch e 12k, Simon Scott di Slowdive approda su Room 40 con uno studio sonoro site-specific che affronta il prossimo futuro dei Fens.
Scott ha affinato la propria tecnica negli ultimi album, escogitando un metodo per combinare l’atmosfera sottile dei suoi primi dischi da solista con le registrazioni sul campo da cui è chiaramente motivato nelle sue ultime uscite.
“Long Drove” è la sua espressione lunga più convincente, ed è motivata da questioni geopolitiche che gli stanno molto a cuore. L’ex batterista è cresciuto nel Cambridgeshire vicino ai Fens, una regione agricola pianeggiante nell’est dell’Inghilterra che è stata prosciugata secoli fa ed è mantenuta da un incrocio di dighe e canali di scolo. È un’area che ha rappresentato più di un decennio fa in “Below Sea Level”, pubblicato dalla 12k, ma ora vi si avvicina con ritrovata urgenza e moderazione.
Scott è preoccupato per il futuro della propria casa ancestrale, che è minacciata dall’erosione, dal cedimento e dalla costante minaccia di inondazioni. Quindi la musica di “Long Drove” è quasi speculativa, un’idea di come potrebbero suonare i Fens se fossero di nuovo sott’acqua.
Le registrazioni sul campo attente, evocative e leggermente elaborate sono la base delle registrazioni, ma l’arma segreta di Simon è il suo uso di loop di nastro, che forniscono alle composizioni un’aria spettrale e familiare di malinconia britannica.
Non puoi allontanarti completamente dal discorso sulla crisi climatica in questo momento, e nemmeno tu dovresti, ma pochi lavori hanno catturato la sensazione di perdita, storia e futuro speculativo così bene come questo. Consigliato!!!
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