Uno dei nomi più strani in cui mi sia mai capitato di imbattermi, in realtà si tratta della bizzarria dietro cui si cela Lindsay Olsen, residente a Crockett, California, professione astrofisica con la passione per la musica. Nel 2016 le capitò un incidente che la costrinse a rimanere all’interno delle mura domestiche e fu così che inizio a scrivere fantasiose canzoncine che si premurò di raccogliere in un paio di cassette che furono pubblicate nel 2016 e nel 2017 dall’etichetta Hot Record Societè. Si trattava di una cinquantina di brani della durata mai superiore ai due minuti e che, musicalmente, facevano riferimento ad una commistione di space elettronica dal gusto molto retrò, jazz e pop che mettevano in risalto melodie strambe e sbiadite.
Un suo brano tratto dalla seconda cassetta finì per diventare accompagnamento per uno spot pubblicitario e contemporaneamente una di queste finisce nelle mani di Flying Lotus che si innamora delle sue composizioni che esprimono un mondo strano e indefinibile e la mette sotto contratto per la propria etichetta.
“Zdenka 2080” è il frutto della collaborazione dei due. Traendo ispirazione da film, letteratura, arte e musica, il lavoro è stato pesantemente influenzato in particolare da una serie di romanzi di fantascienza apocalittici di Octavia Butler e Gene Wolf. “Mi hanno ispirato a esplorare i regni della fantasia come mezzo per illuminare concetti e verità sulla nostra società e sull’umanità”, dice. “Sono stata anche molto ispirata dai film “Tekkonkinkreet”, – tratto dall’omonimo manga giapponese – e “Embrace of the Serpent”, una bellissima esplorazione del capitalismo, del colonialismo e dell’avidità”.
L’album è un concept che descrive una futura Terra distopica nell’anno 2080, mal gestita da governi e corporazioni non etiche. Un’iniziativa di grandi imprese avide per catturare l’energia solare e alimentare un’astronave super-dimensionata, con la Terra che si raffredda rapidamente e l’elite in fuga sull’astronave a colonizzare un altro pianeta lontano. Musicalmente scorgiamo una modulazione vocale che si muove in ambito space-jazz, strumentali capaci di creare ipnotismo, beat retro-hop e basso dub. Un percorso in cui si scorgono alcuni grandi musicisti come fonte di ispirazione quali Shuggie Otis, Herbie Hancock, Raymond Scott, Stereolab e Sun Ra.
Un’immersione in un luogo magico dominato da suoni colorati e strani, parti vocali volutamente fuori fase per sembrare provenienti dallo spazio, pop arricchito da synth e finezze jazz.
Un disco che esula dai soliti canoni e per questo estremamente affascinante!!!
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