SAINT ETIENNE - ‘I’ve Been Trying To Tell You’ cover albumSono passati trent’anni e dieci dischi da “Foxbase Alpha”, l’esordio discografico dei Saint Etienne di Bob Stainley, Pete Wiggs e Sarah Stainley che si pose, allora, come un involucro al cui interno la musica sembrava muoversi in avanti, ma era perfettamente a conoscenza di quello che il passato aveva proposto. L’operazione era – ed è ancora – quella di due (Stainley e Wiggs) conoscitori enciclopedici di musica e collezionisti che con sample, estratti, ricordi di passato provano a dar forma a qualcosa di altro.

Il nuovo disco, rispetto ai precedenti, come si comporta? Il decimo album di studio dei Saint Etienne esplora qualcosa che hanno spesso esplorato: il passato. In questo, il loro primo disco basato su campioni da “So Tough” del 1993, e 30 anni dopo il loro influente debutto (“Foxbase Alpha”), estraggono suoni tratti dal periodo 1997-2001, un lasso di tempo che è stato coronato e seguito dalla vittoria elettorale dei laburisti e dall’attacco terroristico alle Torri Gemelle.

Il tema chiave è la contemplazione, esplorata in modo immersivo, dal film di accompagnamento diretto dal fotografo Alasdair McLellan al saggio dello scrittore Owen Hatherley e alle collaborazioni con il compositore Gus Bousfield. Come ci si potrebbe aspettare, il percorso della memoria è visto attraverso lo sguardo del narratore, e qui è malinconico, con parti sia amare che dolci rappresentate in egual misura. La frase ripetuta ‘ecco che arriva di nuovo’ in “Pond House” dice tutto. Il fatto che il trio abbia registrato l’album a distanza, senza che nessuno di loro fosse in studio contemporaneamente, non si sente da nessuna parte qui.

I nostri sono sempre stati esperti di nostalgia, e questo lavoro amplifica il modo in cui la memoria collettiva può cambiare forma, essere cooptata e disturbata. Un clavicembalo campionato da una vecchia canzone R’n’B è fuso con una tonalità inglese pastorale in “Music Again”, che completa il canto degli uccelli che gira intorno a “Little K”, e i suoni tristi e ovattati di “Fonteyn”.

La bellezza celestiale e strumentale di “Blue Kite”, con le sue corde traballanti e i suoi ritmi bassi, incontra il dolente, ma tenero, “Penlop” nel suo nucleo sognante. “I Remember It Well” sposa elementi corali con una chitarra cupa e sobria e voci misteriose fluttuanti che evocano ricordi a lungo nascosti.

È un gioiello mid-tempo, emblematico di come la musica pop possa essere una sorta di viaggio nel tempo, ricordandoci che non solo ci mancano persone e luoghi, ma un sentimento. È nostra fortuna che Saint Etienne continui a cercare di portarci lì!!!


 

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