ROBERT GORDON- “Rockabilly For Life” cover albumQuando Robert Gordon iniziò a cantare rockabilly a metà degli anni ’70, l’idea di un nuovo artista che suonava rock & roll in un autentico stile anni ’50 (e non come una gag, alla maniera di Sha Na Na) era considerata abbastanza radicale ed era ancora il benvenuto al CBGB anche dopo aver lasciato l’abito proto-punk Tuff Darts per qualcosa di più retrò. Più di quattro decenni dopo, Gordon è passato dall’essere un ribelle a un tradizionalista senza cambiare di una virgola il suo credo; è un ragazzo che, almeno per quanto riguarda la musica, si sarebbe fermato alla metà dei fifties, prima che arrivassero i Beatles e cambiassero tutto.

‘Tu non puoi sconfiggere Robert Gordon. Quindi potresti anche unirti a lui’.

Questo è esattamente ciò che fanno tutta una sfilza di rocker sull’ennesimo piatto dell’eterno rockabilly cat di vintage hillbilly boogie e blue-jean bop. Ci sono imbonitori di chitarra come il vecchio amico Chris Spedding, il maestro delle radici Dave Alvin, il leggendario Steve Cropper e persino James Williamson degli Stooges; cantanti femminili come Linda Gail Lewis e Rosie Flores; new wavers come il batterista dei Blondie Clem Burke e Kathy Valentine delle Go-Go’s, insieme a molto altro ancora – in verità l’intero disco è una sezione VIP verificabile. Ma Robert è ancora l’uomo del momento – e continua a dondolare con lo stesso boom baritono slapback di 45 anni fa. E cos’altro ti aspetteresti da un ragazzo che chiama il suo album “Rockabilly For Life”? E per coloro che preferiscono il loro Gordon non accompagnato, il disco include anche le versioni soliste originali di tutte le tracce.

Il nuovo disco è pubblicato dalla controversa Cleopatra Records, un viaggio attraverso 15 canzoni alla riscoperta di questa musica. Non si tratta, però, di brani famosi, piuttosto pezzi oscuri di autori poco conosciuti e spesso neanche citati nelle enciclopedie specializzate. Nomi quali Benny Joy, Billy Eldridge, Bobby Lord, Wynn Stewart, Bob Luman, Tony Orlando, Roy Hall e Johnny Burnette (forse il più ‘famoso’ di tutti). Inciso ad Austin tra gennaio e febbraio del 2019 con la produzione di Danny B. Harvey e la collaborazione della Reference Mix Band (lo stesso Harvey alla chitarra, Pierre Pelegrin al basso e Paul Vezelis alla batteria), l’album presenta quindici pezzi che vedono la presenza di un ospite diverso in ogni canzone, con parecchi nomi a noi molto noti e perfino qualche vera e propria leggenda vivente della nostra musica. Con così tanti artisti di valore che si sono fermati per mostrare il loro sostegno, sarebbe bello riferire che “Rockabilly for Life” è un grande ritorno per Gordon; sfortunatamente, non è proprio così. Anche se le apparizioni cameo sono ben intenzionate, molte ammontano a non molto di più di un po’di voci o assoli sovraincisi. Nel complesso, la produzione e gli arrangiamenti suonano piuttosto generici, competenti ed esperti senza apportare nulla di molto eccitante a questi brani. E il buon Robert, che aveva 73 anni quando questo album è stato pubblicato, non ha la voce che aveva una volta. Ha problemi con le sue note alte, il suo strumento non è così flessibile come nei suoi giorni migliori e il suo tempismo è scadente ogni tanto. Lo contrasta con molta passione e ovvio impegno per questo materiale, ed è ancora un cantante rockabilly superiore alla media. Tuttavia, rispetto alle sue registrazioni classiche degli anni ’70 e ’80, queste performance suonano ruvide e leggermente stanche. Ovviamente Gordon è ancora vivo e vegeto e canta rock & roll ben oltre la solita età pensionabile, qualcosa che Presley e Vincent non sono mai riusciti a fare, e “Rockabilly for Life” onora la sua influenza e il suo impegno nei confronti degli ‘Hepcat’.

Un lavoro che, comunque, divertirà gli amanti del genere grazie a un numero di canzoni di puro intrattenimento rock’n’roll!!!


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