REFREE – ‘El Espacio Entre’ cover albumL’acclamato produttore (Rosalia, Lina_Raul Refree) e collaboratore molto richiesto (Lee Ranaldo, Richard Youngs) Raul Refree torna con il proprio secondo album da solista per tak:til/glitterbeat. Un mix caleidoscopico, ma senza soluzione di continuità di colonne sonore, meditazioni post-classiche, elementi tradizionali iberici e strategie sperimentali.

Il titolo, “El Espacio Entre (The Space Between)”, allude al suo intervallo spaziale, temporale e concettuale. L’idea per il disco è emersa dalla sua colonna sonora per il capolavoro restaurato del primo cinema spagnolo “The Cursed Village” (Florián Rey, 1930).

Refree aderisce alla totale libertà creativa. Alcuni brani come “Lamentos De Un Rescate” e “La Plage” rappresentano il suo primo tentativo di ricomposizione. L’artista spagnolo ha preso il madrigale di Monteverdi, “Lamento Della Ninfa”, e ha diretto personalmente lo spettacolo.

“El Espacio Entré” è un insieme unificato senza centrotavola. Ogni pezzo funziona come una specifica immagine o disposizione tradotta in suono. I brevi titoli evocativi delle canzoni forniscono interessanti angoli interpretativi. Catturano la natura introspettiva dell’espressione musicale del nostro, che non si preoccupa di arrangiamenti epici o grandi idee sonore.

Il suo approccio all’improvvisazione, alla composizione e alla produzione risuona con i principi della poesia immaginaria. La sequenza per pianoforte in “Las Migraciones Nocturnas” è inedita. Non viene riprodotto con un clic. Il breve e dolce “Lamentos De Un Día Cualquiera”, una moderna rivisitazione di voci barocche accompagnate da viola da gamba e liuto elaborati, cattura magnificamente la sua filosofia.

Alcuni elementi devono semplicemente essere inclusi, tuttavia, come l’evanescente linea di tromba in “La Plage”. I madrigali ricomposti coesistono con frenetiche esplorazioni pianistiche (“Montañas Vacías”, “Montañas Vacías II”). “La Radio En La Cocina”, un dialogo pensoso tra liuto, radio statico, pianoforte e marimba, si trasforma gradualmente in un crescendo post-rock. Il pezzo coinvolgente per pianoforte preparato “Todo El Mundo Quiere Irse Ya” passa improvvisamente a schizzi di chitarra ispirato ai Durutti Column, “Casc I Pluja”.

È il modo in cui si avvicina al ritmo, al timbro, alla dinamica e alla trama che infonde alla propria musica un senso di intimità. Le sue meditazioni con la chitarra (“Amanece Sin Que Nadie Lo Vea”, “Lo Que Esconden”) ricordano la musica di Raphael Rogiński. In “Las Migraciones Nocturnas”, una colonna sonora in stile Jon Brion che si disintegra in lamenti agitati di archi, si possono sentire gli echi della sua musica per i film. Un’atmosfera altrettanto cinematografica è evocata nella composizione “No Es Tan Fácil Aquí”.

Eppure il momento più sorprendente del disco si presenta nell’epilogo “Una Nueva Religión”. La nuova raccolta è un diario sonoro che può condurti ad eventi di trasformazione mentre sei in autobus, in treno o in aereo, mentre sei in transito tra una destinazione o un’altra, la versione attuale e quella successiva di te. Il risultato è come un affresco di rara emotività che dimostra come il musicista spagnolo sia un protagonista eccellente della musica di ricerca contemporanea!!!


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