PAUL ROLAND & MIKE CROSSLEY – ‘Through The Spectral Gate’ cover albumPaul Roland non dovrebbe aver bisogno di presentazioni, la sua posizione di protagonista nella scena psichedelica underground dagli anni ’80 in poi ha portato il compagno di viaggio Robyn Hitchcock a descriverlo come ‘il maschio Kate Bush‘, con album folk da camera in barca come “Cabinet of Curiosities” e gioielli psych eclettici come “Duel” e “Masque” che consolidano la sua reputazione di cantautore unico e duraturo. Mick Crossley ha recentemente suonato con Roland in progetti quali “Grimmer Than Grim” e “Hexen”, che ha portato alla ‘joint venture’ “Through the Spectral Gate”. Un po’ più cosmiche della solita produzione di Paul, con accenni e sfumature di Hawkwind della metà degli anni ’70 (pensa a “Warrior on the Edge of Time”) così come Tangerine Dream, tuttavia c’è un’oscurità e una qualità onirica.

L’album inizia con i sintetizzatori pulsanti e il basso pensoso di “Open the Spectral Gate”, un oboe aggraziato, ma spettrale che individua un motivo minaccioso che ricorda la maestosità oscurata di “Starless e Bible Black” dei King Crimson, evocando un simile senso di terrore e meraviglia. “Come Into My Mind & The Flickering Light” segue il territorio più familiare del nostro, con la sua malinconia acustica ornata da lavaggi scelti con gusto di sintetizzatore analogico e fiati, prima che il secondo movimento della traccia si lanci (in un modo più floydiano) su una vasta ondata di archi, sintetizzatori stridenti e rintocchi di chitarra. “Echo Forest (He Knows My Name)” è il passo successivo, sempre su un terreno familiare con le sue inquietanti e spaventose armonie psych gothic e confuse esplosioni di sei corde. Molte delle canzoni di Paul prendono ispirazione dal folklore, storie di fantasmi o cose strane e insolite e questa non fa eccezione; c’è qualcosa di assolutamente sinistro all’opera qui tra l’organo a motivi cachemire e i rulli di tamburi discendenti. Una coda acustica fornisce un finale adeguatamente emozionante e drammatico, con un crescendo imponente di archi e una chitarra acustica martellante.

“Silver Surfer Parts 1 & 2” imposta saldamente i controlli per il cuore del sole, scintillanti arpeggi di synth che si infrangono su un’esibizione contenuta e tesa, con il pianoforte che punteggia le nuvole scure e vorticose e l’appassionata performance di Paul. Il secondo movimento è completamente “In Search of Space”, le linee di chitarra svettano e si allontanano ulteriormente nel vuoto infinito. “Witch’s Brew Parts 1 & 2” ritorna al folk occulto, cifra stilistica dell’autore, un’opera profondamente melodica e ricca di sfumature che è una cosa di oscura bellezza (completo di una sezione di chiusura atmosferica e lisergica con Geoffrey Richardson dei Caravan al violino).

La scatola di sitar e shruti apre “The Third Eye & Blessings”, una versione infestata, ma perversamente umoristica e cinica di alcuni tipi di guru, che si sviluppa in un’odissea di tastiere vintage estremamente soddisfacente. Questo è uno dei principali punti di forza dell’abbinamento di Roland e Crossley, non solo otteniamo le sfumature di scrittura e la maestria melodica del musicista, ma la natura allungata di queste tracce consente una portata cinematografica e un’inquadratura che aggiunge ulteriore dimensione e profondità. “Never Flown So High Before” è un esempio calzante, linee di chitarra brucianti e vasti banchi di sintetizzatori e voci corali adornano il contorto genio pop di Paul, portandoci in un dominio inesplorato, in galassie appena classificate. Avendo precedentemente approfondito i generi del garage rock degli anni ’60, del folk da camera e dello psych rock, questo abbraccio di Kosmische e surround rock/prog spaziale si adatta bene all’ autore.

Si spera che una collaborazione simile possa verificarsi di nuovo, tale è il successo e il dinamismo che è evidente qui. Non c’è alcuna concessione al facile ascolto o alla vendita facile, puoi intuire che questo è un album che entrambi gli artisti volevano realizzare per il puro amore della musica, i suoni evocati e gli universi creati. Questo impegno genuino traspare, un lavoro appassionato che premia con ogni ascolto successivo, mentre ti trasporta in mondi al di là e negli oscuri e profondi recessi dello spazio interiore. Avventurati attraverso la ‘Porta Spettrale’, non vorrai andartene!!!


 

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