“Dogsbody”, l’album di debutto nodoso e stranamente melodioso di Model/Actriz, ha molti, molti momenti memorabili, ma forse il più fuori dal comune è il ritornello a doppio senso di “Mosquito”: ‘Con il conteggio dei morti/ Più alto di una zanzara’. È solo un esempio cristallino dei modi in cui le immagini violente e pruriginose presenti in tutto il disco sono realizzate dal frontman Cole Haden mentre è supportato dal tipo di ritmi dance industriali che renderebbero orgoglioso Trent Reznor.
Il lavoro comprende 10 tracce e dura poco meno di 40 minuti, ma non ne spreca un solo momento. Prodotto e ingegnerizzato dal guru del noise rock Seth Manchester (Lightning Bolt, Battles), il primo rilascio della band di New York City è implacabile dall’inizio alla fine in termini di estremi. Vale a dire, la raffica di rumore che accompagna il grido maniacale di Haden che dice ‘Gli lascerò uccidere la mia / Assassinare la mia mente ottusa se mi mette nei suoi occhi’ sulla traccia di apertura, “Donkey Show”, è il primo indicatore che l’LP sta andando per essere una corsa sfrenata, e la raccolta diventa solo più selvaggia da lì. “Crossing Guard” e “Slate” seguono con una fusione unica di body music elettronica, dance-punk e rock industriale, e mantengono il brivido spaventoso dell’album. La prima traccia ha Haden che si confronta con Lady Gaga, il che può sembrare uno strano connubio!
Questo non vuol dire che l’intero set sia composto da metal fragoroso e urla frenetiche. Una canzone come “Divers”, ad esempio, consente a Model/Actriz di rallentare un po’ dopo interruzioni continue, almeno fino a quando l’inquietante ritmo di batteria non ricorda all’ascoltatore esattamente cosa sta ascoltando. Come sempre, Cole è la star dello spettacolo, ed è chiaro che ha preso a cuore “Born Slippy (NUXX)” di Underworld, dalla sua batteria martellante e ad alto ritmo al suo mantra di ‘Lascia che i tuoi sentimenti scivolino, ragazzo, ma mai la tua maschera, ragazzo’. La sua voce tremante e balbettante è sempre alta nel mix, come se fosse proprio nel tuo orecchio, dicendoti tutto, che tu voglia ascoltarlo o no. La fantasia di “Divers” è relativamente gentile rispetto agli standard del disco (‘Intrecciare le nostre braccia/ Nell’erba alta/ Come sdraiarsi su un palmo/ Tenuto dove le nuvole si piegano per respirare’), ma dopo questo, si torna immediatamente al violento dance-rock su “Amaranth” (‘Ricordo le spine che perdono i miei palmi/ E, e, e ricordo di aver bruciato tutto’) e la nauseabonda carnalità in “Pure Mode”, un pezzo che funge anche da clip horror sonoro, in cui un suono spaventoso e fragoroso può apparire dal nulla come un ‘jumpscare’, proprio come l’adattamento cinematografico di “Cats”, una grande influenza sul disco.
Con le ultime tre tracce, lo shock è svanito da tempo, ma la potenza pura rimane, perché sono così ben composti e vividamente resi da ogni membro di Model/Actriz. Di conseguenza, un brano come “Maria” è ancora avvincente così tardi qui, semplicemente perché il suo ritmo e il ritornello mantengono il loro impatto anche se l’ascoltatore si è abituato al gorgheggio del leader e alla catatonia della formazione. ‘Mi tiene con gli occhi che cantano / non sono l’uomo per lui’, si lamenta, rassegnandosi a un incubo vivente in cui l’oggetto del suo desiderio continua a tormentare ogni sua ora di veglia, come un coltello emotivo sulla sua pelle. Il rilascio termina con una power ballad simile a “The Downward Spiral”, è “Hurt”, ma a differenza di quella canzone, non crea uno scenario apocalittico per i titoli di coda, ma indica una via da seguire dopo tutta la sofferenza sonora dell’LP. “Sun In” fa esattamente quello che dice il titolo: lascia entrare la luce del sole. che è in pace, nonostante tutto quello che ha passato. E con la catarsi fornita da “Dogsbody”, come potrebbe non esserlo? Model/Actriz hanno creato il proprio linguaggio per il dolore, la vergogna e il desiderio, ed è difficile immaginare che la sua forza viscerale non si traduca in esorcismo emotivo!!!
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