La scelta di brani per questo suo primo album di cover versions è improntata a dare una rilettura lunchiana del panorama musicale americano in tante sue sfaccettature; unica eccezione dalla terra d’Albione è fatta per Elvis Costello.
Lo stile del disco intreccia le peculiarità canore uniche della Lunch con le chitarre usate magistralmente dal suo collaboratore Cypress Grove, lei sprofondata in una sorta di interpretazione dalle tinte di un blues malato bianco e metropolitano, e lui che disegna le sue trame chitarristiche con sfumature che vanno dal fango alla polvere, giocando moltissimo sulla liquidità che al suono danno i vari effetti che usa con grande perizia.
‘Under The Covers’, sotto le riletture delle canzoni ecco che spunta la vera anima dei brani, o una delle loro anime…..
‘Blaze Of Glory’ tormentone di Bon Jovi del 1990… rallentata al parossismo e spogliata di tutta quella luminosità sonora che aveva l’originale, le note allungate e tirate che sembra che si spezzino e Lydia Lunch che con la sua voce viscerale declama più che cantare i versi che narrano la storia di un cowboy reietto che vaga in cerca della morte….
‘The Spy’, che paradossalmente è più doorsiana dell’originale, sembra reduce da bagno di LSD, ‘Breakdown’ di Tom Petty, storia di un amore finito, è infangata dal suono distorto delle chitarre ed ha la sua anima nell’interpretazione della Lunch che fa sentire il suo astio indolente in maniera tagliente e penetrante.
In ‘I Want You’ di Elvis Costello la Lunch sa essere struggente, quasi una Jane Birkin in negativo….
‘Won’t LeaveYou Alone’, scritta a quattro mani dalla nostra con il suo ex (partner nonché chitarrista) James Johnston, qui reinterpretata in duetto con Cypress Grove in una versione decisamente più toccante rispetto all’originale……
Trovo il connubio tra la Lunch, dall’indomabile anima newyorkese e Grove, dal sound più prettamente rurale, una miscela irresistibile di suoni e colori che ci rendono un’America dalle tinte decadenti, ma tanto tanto affascinante.
TRUST THE WITCH!

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