In momenti come quelli che stiamo vivendo se ripenso al 1995, quando presi parte al Festival di New Orleans, mi si stringe il cuore e mi viene il magone. Come accade ogni anno l’organizzazione da alle stampe alcuni concerti della propria rassegna in tiratura limitata. I Los Lobos hanno già avuto l’onore di essere pubblicati nel 2016 in cui eseguirono molti brani di tradizione messicana. Anche in quest’occasione le radici della band emergono attraverso pezzi quali “Canto a Vera Cruz”, “La pistola y el corazon”, “Chuco’s cumbia”, “Mexico americano”. Stavolta, però, non fanno mancare la possibilità di ascoltarli nei brani a firma autografa, ma, soprattutto, chiudono la serata, con una grande versione di “Bertha”, uno dei loro cavalli di battaglia tratto dal repertorio dei grandi Grateful Dead.
Il JazzFest di New Orleans, parola del cantante e chitarrista Cesar Rosas, ‘è il posto più bello del mondo’. Lo scorso anno vi si sono esibiti il 3 di maggio sfoderando una setlist di diciassette brani riprodotta su un CD instant live della MunckMusic che conferma il quintetto completato da David Hidalgo (voce, chitarra e fisarmonica), Louie Pérez (voce e chitarra), Conrad Lozano (basso) e Steve Berlin (sax e tastiere), con l’aggiunta del batterista Enrique ‘Bugs’ González, come una delle band più potenti, versatili e dinamiche della roots music americana, una autentica macchina da musica.
La prima parte dell’esibizione è di stampo acustico in cui pezzi autografi come la “La pistola y el corazón” e la splendida “Saint Behind The Glass”, qui in una versione folk-rock da pelle d’oca, si affiancano a brani della tradizione tex mex e cubana (come la celeberrima “Guajira Guantanamera”), mentre la seconda parte dello show – elettrica – volge principalmente al rock (ma non solo, tra una “Chucos’ Cumbia” e un altro traditional spesso eseguito dal vivo come “México americano”) mettendo in fila classici della band di East L.A. come “Will The Wolf Survive?”, “Don’t Worry Baby”, “Kiko And The Lavender Moon”, altra interpretazione che lascia senza fiato e dimostrazione del fatto che “Kiko” sia stato un disco epocale, prima di due stupende cover, la ruggente e alcolica “I Got Loaded” di Little Bob & The Lollipops (inclusa nel 1984 nell’album “How Will The Wolf Survive?”) e la splendida “Bertha” dei Dead, che ormai i “Lupi” hanno reso loro, come se l’avessero scritta.
Finito l’ascolto il mio umore si è risollevato, grazie a questo album live ricco di energia, potenza e anima!!!
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