JOHN HURLBUT & JORMA KAUKONEN: “The River Flows” cover albumUn altro album uscito alla fine dello scorso anno, ma solo ora finito nelle mie mani ed ascoltato con attenzione e non me ne pento perché siamo al cospetto di un signor disco di blues e folk ballads che i due attempati signori ci forniscono con dovizia di particolari. Tutti dovrebbero conoscere Jorma Kaukonen, chitarrista dei Jefferson Airplane e degli Hot Tuna, dubito invece che conosciate John Hurlbut. Grande amico di Jorma a cui è legato dalla passione per la musica delle radici, nonché il responsabile delle attività musicali che fanno riferimento al Fur Peace Ranch, la tenuta nell’Ohio in cui Kaukonen, dal 1989, tiene concerti ed organizza laboratori per chitarristi.

Ad aprile dello scorso anno, Jorma Kaukonen ha dato il via a quella che è diventata una serie di live streaming quasi settimanale su YouTube intitolata “Quarantine Concerts”, trasmessa dal suo Fur Peace Ranch nel sud dell’Ohio, in risposta alla impossibilità di intraprendere tour. Nel secondo spettacolo della serie, John Hurlbut, amico di vecchia data di Kaukonen e manager del locale, si è unito all’ex chitarrista degli Airplane e ha interpretato “Angel from Montgomery” di John Prine per onorare il cantautore, che era morto quella settimana. È stato un momento radioso, con i luccicanti e nitidi lead di Kaukonen che scorrevano intorno e sopra il ritmo costante di Hurlbut e la voce resiliente. La scintilla che ha acceso il palco in quello spettacolo ha creato un fuoco che ha continuato a bruciare brillantemente per il resto dell’anno mentre Hurlbut si univa regolarmente a Kaukonen e i due amici suonavano alcune delle loro canzoni preferite.

“The River Flows” deriva da quegli spettacoli, riversandosi su di noi con flussi di brillante lavoro di chitarra. L’album prende il via con una versione lussureggiante di “The Ballad of Easy Rider”, con Hurlbut che fornisce un letto fertile di chitarra ritmica sul quale le linee cristalline e creative di Kaukonen si arricciano, si piegano e fluttuano; la lunga introduzione consente a Jorma di seguire la guida della canzone, e proprio mentre un fiume serpeggia intorno alle sue curve e ai suoi gomiti, naviga senza sforzo al ritmo di John, portandoci sempre più su per il fiume finché non ci annidiamo nel porto sicuro della voce di Hurlbut. “The Ballad of Easy Rider” illustra la ricchezza dell’album, rivelando la profondità dell’amicizia musicale della coppia e il modo in cui rispondono intuitivamente alla direzione musicale dell’altro.

Le tracce squillanti di Kaukonen brillano nella versione del duo di “People Get Ready” di Curtis Mayfield, poiché la voce durevole di Hurlbut evoca l’urgenza implorante della canzone. È una traccia per i nostri tempi, ovviamente, e questa versione si avvicina di più a catturare la profonda supplica del brano. La versione dei nostri arriva dritto all’anima proprio come dovrebbe per ricordare il carattere beato dell’attesa. La versione scarna, quasi meditativa, dei due chitarristi di “Choices” di George Jones cattura la fitta del rimpianto e la rassegnazione dell’accettazione con un accorto riconoscimento dell’ambivalenza della vita, mentre la loro versione di “Kansas City Southern” di Gene Clark offre un malinconico blues acustico. L’ampia interpretazione della coppia di “Across the Borderline” di Ry Cooder consente ai testi di desiderare di trovare speranza in una terra che si rivela essere piena solo di promesse non mantenute che risuonano in modo toccante. Hurlbut e Kaukonen rendono omaggio al chitarrista Spencer Bohren – che è morto nel giugno 2019 e che ha insegnato al Fur Peace Ranch e ha anche collaborato con artisti che vanno da Dr. John a Bill Kirchen, tra gli altri – interpretando due delle canzoni di Bohren: il divertente blues popolare “Travelin'” e la commovente ballata di vita, perdita e amore “The Old Homestead”. Il lavoro si chiude con la canzone originale di Hurlbut “Someone’s Calling”, una meditazione cadenzata su coloro che abbiamo perso e il modo in cui vivono nei nostri cuori e il cui spirito è palpabile.

“The River Flows” è intitolato perfettamente perché le chitarre e le voci brillanti e abbaglianti del duo fluiscono su di noi con una bellezza cristallina e un’onda dopo l’altra di note a cascata e accordi impetuosi. Questi pezzi ci travolgono, trasportandoci con la loro bellezza e genialità chiarificatrici!!!


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