Mollestad è una chitarrista che fece parte della Jazz Trondheim Orchestra, una formazione dedita all’avant-jazz.
A capo del trio la nostra si distingue per una musica che sa muoversi tra hard, jazz-rock e psichedelia. “Smells funny”, che è il suo sesto album in sette anni, vede l’esplosivo trio andare sempre più forte, conquistando il rispetto da entrambi i campi rock e jazz, condividendo grandi palcoscenici con artisti del calibro di John McLaughlin e Black Sabbath, trovandosi idealmente a suo agio tanto nei piccoli jazz club che nelle arene rock.
Anche se qui ci sono abbastanza riff per soddisfare le esigenze degli headbangers, con “Smells Funny” il trio si sta avventurando in paesaggi più liberi e aperti. Un ritorno fiammeggiante alla contaminazione seventies, come una versione doom di Santana o una 2.0 della Mahavishnu Orchestra.
Il disco è strumentale e vede ritmiche serratissime ed un interplay fresco e ricco di soluzioni. Mi ha colpito particolarmente “Jurasek” con quei suoi modi canterburiani che fanno pensare immediatamente a gruppi quali Hatfield and the North oppure i Matching Mole del vecchio Robert Wyatt. Sicuramente il pezzo più rappresentativo dell’album che conta di sei tracce in totale per una durata di trentacinque minuti, come erano soliti essere i lavori nella prima metà degli anni settanta.
Ottime pure “Sugar rush mountain” molto frenetica e dal sapore vintage e “Lucidness”, posta in chiusura, che sembra sempre sul punto di esplodere fino a quando non acquista velocità mandandoci letteralmente in visibilio.
Un’opera che si ascolta con piacere, che non annoia e non scade mai nella calligrafica riproposizione dei bei tempi andati!!!
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