GREENSKY BLUEGRASS – ‘Stress Dreams’ cover albumI Greensky Bluegrass sanno davvero come sfruttare i loro punti di forza, sviluppando il loro stile “alt-bluegrass” da quando si sono formati oltre due decenni fa. Dopo aver fatto un passo indietro forzato durante la pandemia, con ogni membro che ha lavorato in isolamento, la band si è ora riunita per “Stress Dreams” – il loro ottavo album in studio – con un palpabile senso di autocoscienza e rinnovata gioia.

Il lavoro è iniziato come una serie di memo e note vocali condivisi elettronicamente all’inizio del 2020, per poi germogliare in due sessioni di registrazione separate diversi mesi dopo, la prima agli Echo Mountain Studios ad Ashville, NC, seguito da una corsa al Guilford Sound a Guilford, VT. Avvalendosi dell’aiuto alla produzione di Dominic John Davis (che al chiaro di luna è il bassista in tournée e in studio di Jack White) e il produttore vincitore di un Grammy, Glenn Brown, la formazione ha approfittato del loro programma rilassato per concentrarsi sullo sviluppo di nuovo materiale. Per tutti i loro dischi, si prendono sempre più tempo per esplorare e sperimentare. Quando finiscono le idee si prosegue in altre direzioni, pensando a tutto fino in fondo. Hanno davvero messo energia in ogni canzone specifica e la hanno resa la migliore possibile. Questo approccio rilassato ripaga ammirevolmente e ha un impatto immediato con la traccia di apertura dell’album, “Absence of Reason”. Definito dal gruppo un ‘esperimento creativo positivo’, questo numero influenzato da JJ Cale presenta alcune soluzioni al dobro di ispirazione psichedelica di Anders Beck insieme al tipico linguaggio vocale cupo e minaccioso di Hoffman che accentua perfettamente l’argomento autoriflessivo dei testi.

Il successivo è uno dei momenti salienti, a sorpresa, del disco, “Monument”, in quanto segna il primo contributo lirico di Beck da quando si è unito al gruppo nel 2008. Scritto insieme al cantautore Chris Gelbuda, il pezzo offre uno sguardo introspettivo sulla fragilità della vita in un mondo post-COVID sostenuto da un ritornello incredibilmente orecchiabile che entra in testa per non più uscirne.

Un altro brano lunatico scritto da Hoffman, “Until I Sing”, è seguito dal momento clou dell’album, “Stress Dreams”. Ispirata ai veri sogni di stress infusi di pandemia che Devol stava facendo, questa traccia presenta un accattivante tempo di 6/8 oltre ad alcuni lavori mozzafiato della pianista, e frequente collaboratrice, Holly Bowling, il cui sottile sottofondo aggiunge uno strato di dramma e tensione gravemente mancante dal resto del disco. La parte centrale dell’album è tenuta insieme dalla bizzarra gemma di Hoffman “Give a Shit” insieme a “Streetlight” di Dave Bruzza, che offre uno sguardo cautamente ottimista sulla vita del chitarrista ed è stato scritto insieme al cantautore Aaron Allen, già di supporto a diversi brani della precedente uscita dei nostri, “All for Money”.

Anche la penultima traccia del disco, “Grow Together”, si colloca tra i momenti salienti dell’LP grazie alla voce intima di Hoffman e all’impressionante musicalità dei signori Bruzza e Beck. Anche i testi stessi aggiungono un peso significativo in quanto sono tra i più personali che Hoffman abbia mai composto. Armati di melodie contagiose, testi penetranti e strumentazione profonda, “Stress Dreams” esemplifica perfettamente, ancora una volta, il motivo per cui i Greensky Bluegrass sono annunciati come una delle band più importanti e influenti dell’era del bluegrass progressivo moderno e non mostrano segni di cedimento a breve.


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