DRY CLEANING: “New Long Leg” cover albumIl gruppo di South London, composto da Nick Buxton (batteria), Tom Dowse (chitarra), Lewis Maynard (basso) e Florence Shaw (voce), ha dato alle stampe “New Long Leg” il 2 Aprile. Dry Cleaning ha registrato l’album durante la pandemia, con ogni membro che ha abbassato le proprie parti su un registratore Tascam a quattro tracce che si sono passati l’un l’altro attraverso il finestrino di un’auto, disinfettato ogni volta con salviette antibatteriche.

L’album contiene dieci tracce, tra cui “Strong Feelings” e il singolo “Scratchcard Lanyard”, ed è stato registrato in due settimane durante la scorsa estate presso i Rockfield Studios nelle campagne del Galles con il produttore John Parish (PJ Harvey, Aldous Harding). Rispetto all’EP d’esordio, “Boundary Road Snacks and Drinks e Sweet Princess”, del 2019 è immediata la sensazione di uno scatto in avanti in termini di ambizione, c’è una maggiore complessità tra il parlato della Shaw e la musica della band che si è fatta frenetica e pressante. Le parole delle canzoni affrontano tematiche quali la separazione, la fuga, il sognare ad occhi aperti, i sentimenti complicati come l’amore, la rabbia, la vendetta, l’ansia e poi la cucina, la letargia, la dimenticanza, la sopravvivenza e Florence dice, ‘il titolo è ambiguo; una gamba lunga e nuova potrebbe essere un regalo costoso, qualcosa che cresce o la riparazione di un tavolo’.

Nella title track, i testi delle parole pronunciate dalla cantante trattano della pelle bruciata dal sole e degli articoli da toeletta da viaggio. Nello slogging ma elegante “Leafy”, Shaw riflette su “una nuotata noiosa” e “bevande strazianti”, tra le altre attività quotidiane e ricordi lontani. L’umore che riesce a creare non è quello della nostalgia o del sentimentalismo, ma quello della stanchezza e, in misura minore, del nuovo apprezzamento trovato per il mondano. L’auto-talk fuori dal comune di Shaw e il flusso di voci di coscienza ci incoraggiano a considerare che mentre il lockdown è stato una schifezza nella migliore delle ipotesi e devastante nel peggiore dei casi, c’erano elementi di vita prima che fossero meglio consegnati al passato, e altri, per quanto triste possano essere, che dovrebbero essere tenuti cari.

“New Long Leg” non fu scritto o addirittura retrocesso in lockdown, ma, aiutato dall’introspezione del risultante stallo globale, ha avuto vita durante quel periodo. Mentre il chitarrista Tom Dowse usava il tempo per sperimentare con toni più rumorosi e aggressivi della chitarra e il bassista Nick Maynard suonava con linee di basso fini e gonfie, Nick Buxton, il batterista della band, provava le drum machine. Shaw, d’altra parte, ha stretto i suoi testi, spiegando che ‘Ho trovato il blocco giocato in alcuni dei temi che mi interessavano comunque: vivere in un piccolo mondo, una sensazione di alienazione, paranoia e preoccupazione, ma anche una gioiosa festa nelle cose domestiche’.

L’album che è emerso è un disco di maggiore fiducia e raffinatezza rispetto ai due EP di Dry Cleaning, “Sweet Princess” e “Boundary Road Snacks”. Qui, banalità e significato competono per creare un ritratto avvincente della vita ordinaria, disseminato di arguzia acerba, complessità e spazio negativo sbadigliante. Da nessuna parte questo è dimostrato meglio che nell’apertura dell’album, “Scratchcard Lanyard”, una canzone elastica sconcertantemente stratificata con lirismo astratto e melodie ottimiste. In pista, Shaw lamenta la superficialità dell’era dei social media. Senza dubbio ispirata dalla ‘nuova normalità’ del lockdown, ci ricorda che mercificare le nostre esperienze per il bene di Instagram e dell’aumento del capitale sociale è semplicemente ‘fare tutto e non sentire nulla’.

Un disco da far girare la testa tanto è denso sia dal punto di vista musicale che da quello delle liriche, ma che dà soddisfazione una volta che se ne è venuti a capo!!!


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