Abbiamo tutti quel tipo di amici. Sai quelli: non li vedi così spesso, ma quando lo fai, rientri facilmente nella tua amicizia, come se non fosse passato del tempo. Questi sono i nostri compagni in sella ad una bicicletta; una volta che siete amici, lo siete per sempre. Non devi ricordare come farlo. Fallo e basta. Non devi lavorare sodo per amarli. Viene naturale.
Doug Paisley è un amico in sella ad una bicicletta. Il veterano cantautore canadese arriva ogni tanto con una nuova raccolta di canzoni facili da amare. Nel frattempo, potresti dimenticarti di lui, perché è fermamente sottovalutato quando è sotto gli occhi del pubblico e scompare davvero quando non lo è.
Forse è per questo che ogni album di Doug ricorda la genialità dell’uomo. Il suo nuovo, “Say What You Like”, è il suo primo da “Starter Home” del 2018, che è stato il suo primo da “Strong Feelings” del 2014, che è stato il suo primo da “Constant Companion” del 2010. Questa recensione riguarda “Say What You Like”, ma se ti piacciono le canzoni folk delicatamente seducenti, dovresti dare un’occhiata a tutto quanto sopra.
E se sei un fan di lunga data, il nuovo rilascio offre più delle stesse qualità che hanno reso Paisley il tuo amico in sella ad una bicicletta. Tratte da circa 250 tracce non registrate che ha accumulato nel corso degli anni, queste 11 traboccano di chitarre acustiche squisitamente catturate (sia strimpellate che pizzicate), ritmi country boom-chick sommessi, il caldo sospiro di una voce cantata e un’atmosfera dolcemente luminosa che, in passato, è stato fornita dai sintetizzatori, ma qui è di competenza delle steel guitars. Per 15 anni, le composizioni del nostro hanno suonato come insegne sbiadite, incorniciate da neon e riflesse nella vetrina polverosa di un negozio.
Il disco inizia ad un ritmo relativamente veloce, in realtà, con un sottile accenno di country-funk nella traccia di apertura (e titolo), una seconda traccia honky-tonkin’ con un ritornello ad alta quota (“Sometimes It’s So Easy”) e una terza, “Wide Open Plain”, che divaga e si agita come una lunga cavalcata attraverso il suo omonimo terreno. In questi tre brani, non è difficile sentire l’influenza del produttore Afie Jurvanen, che fa musica folk piena di sentimento sotto il nome di Bahamas.
Da lì, Doug tira un po’ indietro le redini, inserendo un classico brano country (“If I Wanted To”) con il ritornello più orecchiabile dell’LP, incorporando suoni retrò di cantautori in canzoni sull’amore e sull’amore perduto (“I Wanted It Too Much”, “You Turn My Life Around”) e duettando con Felicity Williams su uno splendido pezzo di melodia chiamata “Rewrite History,” in cui cantano:
‘Potresti prendere il suo posto/Ma non ti prenderai la colpa
È la solita vecchia storia In ogni nuova catastrofe
Beh, stai correndo e sei a corto di risposte
E riscrivi la storia/Ancora e ancora’
Questi sono temi ricorrenti in “Say What You Like”: amore e amore perduto, cambiamenti di cuore e paura del mutamento, tempi passati e tentativi di voltare pagina. Dotato di una voce infinitamente tenera e comprensiva, il cantautore canadese è la persona perfetta per impartire questo tipo di saggezza, anche quando è difficile da ascoltare. Dopotutto, è a questo che servono gli amici!!!
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