La nozione di libertà all’interno del jazz ha sempre avuto una risonanza politica e sociale. Dopotutto, i pionieri neri americani hanno subito discriminazioni sin dalla nascita del genere, rendendo il jazz un potente veicolo per l’espressione pura. Nel Regno Unito, condividono molti dei problemi che affliggono la società americana, quindi non sorprende vedere i musicisti reagire a questo nella loro arte. Ciò che sorprende nella musica di DoomCannon, tuttavia, è l’intensità del suo approccio e la misura in cui si può trovare la libertà, operando al di fuori dei confini creativi.
Un disco che apparentemente ha richiesto all’artista del sud di Londra circa quattro anni per essere completato, “Renaissance” è un’opera impeccabilmente dettagliata. C’è un senso del tocco pittorico dell’artista in ogni momento, con ogni parte che sembra parlare a quella successiva. Un denso arazzo di suoni, la raccolta ruota di influenza in influenza, tenuta insieme da un profondo senso di verità emotiva.
“Dark Ages” è un’introduzione audace, senza compromessi nella sua fusione di luci e ombre. “Entrance To The Unknown” potrebbe quasi fungere da totem per il progetto nel suo insieme, prima di lasciare il posto alle pesanti escursioni dell’opera di otto minuti “Uncovering Truth”.
Ciò che è intrigante è la capacità di DoomCannon di cercare suoni oltre il jazz e di usarli per rivitalizzare il linguaggio all’interno del quale opera. “This Too” utilizza un ritmo rilassato che ricorda così Dilla, mentre consente allo spazio aperto dall’esplorazione spaziale del brano di essere riempito con un senso di luminosità e ottimismo assorbente.
Un album di toni e stati d’animo devianti, puoi mettere in contrasto “This Too” con il convinto futurismo di “Times”, il modo in cui il compositore è in grado di fondere quegli strati sonori sfaccettati: l’arrangiamento corale, le fusa, il club -batteria focalizzata, archi languidi – con inflessioni melodiche spalancate e un posto come ospite del collega viaggiatore cosmico di origine londinese Lex Amor.
In effetti, la città nel suo insieme permea il lavoro del nostro. La sua visione è stata guidata dalle reti intorno a lui, imparando dai suoi coetanei – in precedenza era un membro di TriForce e ha lavorato con Nubya Garcia – nel processo. Ne emerge un testo potente, un disco dominato da un palpabile senso di decisione: se togliersi, o partecipare, se accettare o rifiutare. Un vasto mosaico di suoni, “Renaissance” sembra un risultato solido ed altamente significativo!!!
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