BODEGA – ‘Broken Equipment’ cover albumAll’inizio degli anni 2010, Parquet Courts ha seminato un ceppo distinto di musica punk intellettuale, strettamente ferita, che si sfogava in un malessere esistenziale, spesso attraverso un impassibile frustrato. È stato facile collegare un altro gruppo newyorkese, Bodega, a quel lignaggio quando hanno fatto il loro debutto adulto con “Endless Scroll” nel 2018, ma nel seguito del quintetto, “Broken Equipment”, si sono allontanati in un territorio più obliquo dal punto di vista sonoro, oltre che personale.

Il thumper mid-tempo “NYC (Disambiguation)” si trasforma in un ritornello inno prima di accogliere un geniale intermezzo di chitarra. “Seneca the Stoic” vanta un carnoso riff rock ‘n’ roll. Modellato a forma di indie rock convenzionale, “How Can I Help YA?” e “All Past Lovers” rischiano di suonare piatti rispetto al resto dell’esilarante catalogo dei nostri, ma la band colpisce per la loro abile comprensione della forma. “CIRP” annuisce all’hip hop, incorporando testi quasi rap e una voce da cartone animato che rasenta la scenetta.

La cantante / percussionista Nikki Belfiglio ha guidato molti dei momenti più brillanti di “Endless Scroll”, tra cui “Gyrate”, un gioco da brivido che celebra la masturbazione femminile. Continua a irradiarsi ogni volta che entra sotto i riflettori in “Broken Equipment”, come in “Statuette on the Console”, una gemma power-pop impenitente. “Statuette” è anche degna di nota per l’attenzione di Belfiglio sul canto melodico invece della sua solita voce a fuoco rapido.

“Endless Scroll” ha lottato contro la noia di essere ridotto ad un automa. ‘Tutto il giorno al lavoro, fissa il computer / Torna a casa dal lavoro, fissa il computer / Faccio il mio lavoro, fissa il computer / Sto leggendo un articolo al lavoro, fissa il computer’, Belfiglio e il cantante/chitarrista Bodega Ben meccanicamente recitato su “Bookmarks”. Ma sul nuovo rilascio, reclamano la loro umanità. “Pillar on the Bridge of You” è la prima canzone d’amore che Ben abbia mai scritto per Nikki. “After Jane”, uno straziante strimpellatore di tamburello e chitarra acustica, immagina una conversazione tra Ben e sua madre, morta diverse settimane prima che il gruppo registrasse il disco.

“After Jane” pone anche le domande centrali di Broken Equipment. Pergamena infinita alle prese con ‘Dove siamo?’ “Broken Equipment” interroga ulteriormente: ‘Come sono arrivato qui? Cosa ci rende quello che siamo?’ nel pezzo in questione, Ben si rende conto di aver ereditato la curiosità di sua madre, lo spirito punk nervoso e l’impegno a dire sempre la verità al potere. Lo sprint in fuga di “Thrown” vede il nostro descrivere i molteplici modi in cui la sua personalità è stata fatta esplodere e scolpita da influenze perniciose come ‘grandi pubblicità rock’. Belfiglio fa i conti con il modo in cui è stata indottrinata con valori culturali dannosi. Su “Territorial Call of the Female”, ammette la sua complicità nel rafforzare il patriarcato. ‘Quando l’uomo è in giro, è allora che ti sto buttando giù’.

Le escoriazioni di Bodega del nostro mondo algoritmico, i costumi della cultura online e le divisioni sociali quasi intarsiate del Web 2.0 sono tutte azzeccate, ma ciò che trasforma la band in uno strato unico è il modo in cui hanno accoppiato quelle ampie critiche con l’auto-riflessivo lavoro personale. Aggiungete a ciò una tavolozza sonora ampliata, comprese audaci incursioni nel quotidiano e una maggiore attenzione alla creazione di canzoni, e “Broken Equipment” è una testimonianza della robusta crescita della band, un traguardo per qualsiasi artista che cerca di sfidare sé stesso e la cultura che si impone e alla fine ci modella tutti!!!


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