BALMORHEA: “The Wind” cover albumI texani Balmorhea sono senza alcun dubbio una delle avventure più avvincenti a cui mi sono avvicinato negli ultimi vent’anni. Si possono classificare quali interpreti di musica classica per amanti del post-rock oppure rock da camera per chi segue la classica. Invitano le persone a sedersi in rispetto della bellezza che li circonda. E che bellezza hanno trovato.

“The Wind”, l’ultimo progetto, non si limita a spingere contro il bisogno occidentale di catturare l’attenzione. Spinge contro tutte le tradizioni della moderna scrittura di canzoni. Ogni traccia ha un sapore distinto, ma questi sapori sono delicati rispetto alla miscela che è l’intero piatto dell’opera. Sebbene non sia certamente il primo disco ad avere canzoni che sono più simili a movimenti che a singoli brani musicali, è tra i tentativi di maggior successo.

Prendiamo, ad esempio, “The Myth”. Sui servizi di streaming, questo brano è di gran lunga il più popolare. Non è difficile capire perché. La nitidezza penetrante della voce di Lisa Morgenstern aggiunge una bellezza profonda al pezzo, conferendo una qualità spirituale alla composizione. Suona come vagare in una foresta in un viaggio alla scoperta di sé stessi. È una canzone isolata, ma non è solitaria. È curioso. Quando “The Myth” lascia il posto alla “V” incentrata sul pianoforte, le persone sanno che qualcosa è cambiato, ma non è così grave da essere registrato come un’esperienza separata. Morgenstern torna ancora una volta per aggiungere bellissime vocalizzazioni alla trepidante melodia del pianoforte. La foresta diventa più oscura e più aliena, ma le scoperte diventano tanto più meravigliose.

Questa danza delle meraviglie si svolge in tutti i momenti del disco. È un sentimento che viene rafforzato dalla processione di strumenti che compongono questo album. “Rose In Abstract” contiene pesantemente pianoforte e strumenti a corda, “Ne Plus Ultra” ritorna al tocco confortante di una chitarra acustica e l’interludio “Vent Pontian” sperimenta i suoni trovati. Ogni traccia sembra come se fosse atterrata nel giro di Balmorhea dopo essere caduta dal cielo. C’è impegno e abilità, certo, ma il senso unificante di meraviglia e gioia che ogni brano cattura consente al lavoro di affondare in secondo piano. Quando le persone aprono gli occhi, rimane a fuoco solo la bellezza più profonda.

In un mondo di impegno costante, le persone hanno bisogno di momenti di riposo. Spesso questi momenti sono impossibili da trovare. Qualcosa va sempre storto e qualcosa potrebbe sempre essere migliorato. Forse le persone potrebbero prendere a cuore le lezioni morbide e silenziose di “The Wind”, che è un lavoro di svolta e di una nuova maturità per il duo texano. Ci si augura che possa essere anche un nuovo inizio!!!


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