Già incoronata dalla rivista inglese Uncut con il disco del mese, la cantautrice irlandese Aoife Nessa Frances si assicura con questo suo debutto tutta l’attenzione mediatica possibile. A ragione, perché in questo universo pieno di intimità e profondità la sua penna è magistrale, irrorata da un lirismo che è puro ‘stream of consciousness’. La sua musica si appoggia su immagini ancestrali, sfiorando le migliori vette del folk acido americano e del più tradizionale revival inglese, tra incroci acustici ed arrangiamenti minimali quanto funzionali.
La sua infanzia trascorse in Irlanda, spesa a guardare il mare, per la precisione dalla costa sud dell’Irlanda. Capì fin da piccola che la sua missione era nella musica. Undicenne imbracciò la chitarra prendendo lezioni di flamenco, ma, a causa di un infortunio alla mano, dovette abbandonare. Fu molto affranta da questo fatto, si fece coraggio e intraprese un nuovo modo di suonare applicandosi al fingerpicking. Si dedicò per anni a scrivere ballate alla chitarra, per poi arricchirle con archi, percussioni e tastiere per definire un suono con accenni sperimentali che conducevano a composizioni oscure, ma dotate di una dolcezza di fondo.
Il primo singolo estratto dall’album è “Blow up” (tra l’altro uno dei primi pezzi scritti da Aoife) ha chiari richiami a Cat Power, ma sono altri gli episodi che permettono di indicarla come una promettente cantautrice. Citerei “Less is more” e “Libra” che richiamano alla mente le uscite soliste di Laetitia Sadier degli Stereolab. Anche “Heartbreak” è dotata di spunti interessanti grazie al pregevole lavoro della nostra alla sei corde. Lo stile deve ancora farsi personale, ma le qualità sono già presenti, bisogna solo affinarle. In generale i brani hanno una qualità dimensionale che si ripartisce fra sogno e realtà, forse per gli studi universitari in campo cinematografico della nostra.
Una rilettura che ha del miracoloso ed una voce destinata a guadagnare grandi risultati in quest’anno solare!!!
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