THOM CHACON: “Marigolds And Ghosts” cover albumThom Chaco torna con la sua chitarra acustica e la sua voce roca in un disco di nove brani dal titolo “Marigolds and Ghosts”. Per scelta del produttore Perry Margouleff, Thom e il contrabbassista Tony Garnier (già con Bob Dylan) sono stati registrati ‘live’ su nastro analogico da 2 pollici, in modo che le canzoni potessero ‘parlare da sole’ in assoluta semplicità.

Si dispiega una carrellata di personaggi memorabili, espressione di un profondissimo sentimento universale. Si passa dalla preghiera “Church Of The Great Outdoors” al tributo al cattivo dei western Lee Van Cleef (“Angel Eyes”), fino a “Borderland”, risposta all’appello di Neil Young agli artisti affinché mettessero in luce l’emergenza dei bambini sul confine tra Stati Uniti e Messico. Un disco onesto e semplice perché, per citare Mary Gauthier: ‘Una scrittura semplice è la più difficile e sempre la migliore. Le canzoni di Thom esprimono un ricco immaginario e una sensibilità che crea una connessione istantanea’.

Non è solito produrre a getto continuo il buon Thom, è conscio del fatto che i dischi faticano maledettamente a vendere, soprattutto quelli di qualità. La sua strategia è di darli alle stampe innanzitutto quando si sente pronto artisticamente, poi, a livello di marketing, li pubblica in momenti di stanca del mercato discografico in modo da destare più attenzione possibile sui suoi lavori. Il nostro ha iniziato con una sua band durante gli anni delle scuole superiori a Sacramento in California, suonavano alle feste e ai raduni di scuola…bei ricordi…questo portò ad esibirsi nei bar e nei club ben prima che compisse i 21 anni. Poi si trasferì a Los Angeles dove continuò a fare concerti e anche a registrare musica. Qui è dove si fece le ossa e dove imparò a scrivere. Nel 2006 si spostò a Durango in Colorado, il luogo dove si è sentito libero di scrivere con il cuore. Cominciò poco dopo a fare concerti anche in Europa e, fortunatamente, ha trovato la strada che lo ha portato in Italia, dove conta un discreto e appassionato seguito! È un genuino osservatore della società USA e sempre attento a cogliere l’aspetto umano e sociale delle storie trattate, ricco di sensibilità e di profondità poetica. Voce leggermente ‘abrasiva’ e buon stile chitarristico, Thom ha raccolto un’eredità importante ponendo in primo piano la purezza delle melodie e la sincerità delle tematiche in perfetta sintonia con le generazioni di folksingers che lo hanno preceduto e ne hanno tracciato la strada.

Il nuovo disco, “Marigolds And Ghosts” ha una maggiore ampiezza di tematiche rispetto al precedente “Blood In The USA” del 2018. Questo è più personale…la title-track parla di un caro amico che si è disintossicato in prigione, “Kenneth Avenue” è uno sguardo al divorzio dei suoi genitori quando aveva 18 anni. Thom è cristiano e questo fatto ebbe (e ha tuttora) un grosso impatto sulla sua vita. “Sorrow” parla ancora dei genitori e della loro fede cristiana e “Church Of The Great Outdoors” riguarda l’amore di sua madre per la natura.

Il suono è quanto di più essenziale si possa immaginare con il basso di Tony Garnier a fare da base e, per il resto, poco altro, il dobro di Tyler Nuffer in “Florence John” e basta. Le canzoni sono autografe tranne un paio firmate a quattro mani assieme al produttore, Margouleff. Strepitosa la masterizzazione ad opera di Bernie Grundman, forse il migliore sulla piazza.

Un disco che farà felici gli amanti della canzone d’autore in cui country e folk fanno da punto di partenza per un lavoro che rimarrà a lungo impresso!!!


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