Ecco finalmente l’atteso album di debutto dei Mush, quartetto di Leeds, che ha esordito l’anno scorso con l’EP “Induction Party”.
La band suona un alternative rock pesante e sperimentale che tanto deve a band del calibro di: Sonic Youth, Pavement, The Fall, Pixies e Parquet Courts. La chitarra è assoluta protagonista con il suo sovraccarico rumoroso. Eppure tra il frastuono si riesce a percepire una nuova profondità emotività. I quattro incarnano l’irruenza del punk con un power-pop energico che viene dato alle orecchie degli ascoltatori attraverso un suono secco e spoglio, con ritmi veloci e linee vocali furiose.
Il quartetto è composto dal cantautore Dan Hyndman, dal bassista Nick Grant, dal batterista Phil Poter e dal chitarrista Tyson che si formò per dare sfogo alla loro passione per il catalogo dei Pavement. Con l’andare del tempo i nostri sono riusciti ad andare oltre questa visione originale.
I primi concerti li vedevano sui palchi sfrenati, ma anche abbastanza approssimativi, infatti non ebbero particolare successo. Questo giunse inaspettato con “Alternative facts” grazie al passaggio radiofonico che permise loro di raggiungere un pubblico più vasto. Non hanno paura di tentare soluzioni questi giovani di Leeds in quanto nei nove minuti del pezzo riescono a tenere dritta la barra tra feedback e urticanti dissonanze art-rock.
L’album li conferma sulla rampa di lancio pronti a sfondare. Si ascolta di tutto dal punk veloce e di breve durata al funk sghembo della traccia omonima. Non suonano raffinati, ma stridenti con un fremito ribelle che potrebbe essere l’inizio di una nuova generazione che fa del coraggio e della freschezza la propria ragion di vita.
Le canzoni sanno unire emozione, frenesia, suono seducente e notevolmente personale. Finalmente un gruppo che si mostra irriverente e, come sappiamo, spesso l’irriverenza ha saputo donare frutti saporiti in ambito musicale. Da ascoltare e godere!!!


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