Devo essere sincero, la prima volta che mi accostai al gruppo di Yoshimi P-We fu perché incidevano per la Thrill Jockey, non le conoscevo affatto, ma mi piacquero parecchio e, da quella volta, le seguii con costanza e piacere. Le trovavo divertenti, perché credo che loro stesse si divertano a suonare e a dare alle stampe dischi di cui sono certe non venderanno che poche copie. Potreste replicare che molti dei musicisti di aerea indie e alternative hanno lo stesso atteggiamento, per cui niente di trascendentale. Non mi trovate d’accordo perché sono sicuro che molti con tale atteggiamento in realtà sperano di raggiungere quanti più ascoltatori possibili e suonano per il pubblico e non per il loro piacere personale. Le OOIOO, invece, se ne fregano, puntano ad una completa libertà creativa per il raggiungimento del loro godimento emozionale.
Erano sei anni che non si sentivano, dall’album “Gamel” del 2013, un disco sorprendente con protaganiste le percussioni gamelan. Nel nuovo “Nijimusi” sono i suoni ad essere la materia principale, quelli creati non si sa per quale motivo, quelli che arrivano d’improvviso ed altrettanto repentinamente si allontanano.
La formazione comprende chitarra, basso e batteria, ma sono da considerare più creatori di suoni che strumenti veri e propri. La raccolta è stata anticipata dal singolo “kawasemi Ah”, brano che inizia come una traccia di “Discipline” dei King Crimson per poi trasformarsi in uno space rock per reiterazioni di voci e un tocco di follia.
Il lavoro inizia con la title track per quarantanove secondi di urla femminili tra grindcore e power-electronics, che sfocia nel pezzo seguente (“Nijimu”) in cui la ritmica si muove tra un percussionismo compresso e un basso in salsa new-wave con le chitarre che sfociano in un kraut-funk.
Entra in gioco un’atmosfera da film spionistico noir con tratti psichedelici, coretti sfasati di montagna per un assolo di chitarra di stampo shoegaze (“Jibun”). Anche Bjork entra in gioco grazie a “Tisou” che è basata su un jazz-afro, ma in dosaggio a basso livello. Chiedete e vi sarà dato, ecco apparire un pezzo di exotica lounge con un assolo di chitarra degno del grande Frank Zappa (“Bulun”). Se aspirate ad altro materiale sonoro ascoltate “Walk for 345 minutes while saying…” (non vado oltre a questo titolo chilometrico e al contempo esilarante), un lento dai connotati blues, ma che si sviluppa in un brano prog con una certa leggerezza pop.
Capisco di avervi spiazzato se non le conoscete, ma credetemi è stato molto più difficile per me cercare di spiegarvi di che disco si tratti. In ogni caso non mancatelo se la curiosità vi ha sempre guidato nella scelta degli ascolti!!!


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