Dopo la trilogia data alle stampe negli anni passati il duo composto da Jim White dei Dirty Three e da George Xylouris, cantante e maestro di liuto cretese, si ritagliano un altro spazio per dare origine ad un disco sul mito di Sisifo, figura della mitologia greca costretto a portare un masso sulla montagna senza mai riuscire a terminare la missione. Un po’ come loro che portano la loro musica sera dopo sera a farsi ascoltare trovando sempre una scintilla che dia l’energia per non fermarsi mai.
È un lavoro che lascia da parte qualsiasi forma di modernità per affondare in musiche del folklore radicato nel profondo passato. Per questo motivo dei due la figura che spicca maggiormente è quella del musicista greco che con la voce e gli strumenti a corda ci conduce in questa avventura musicale in cui le percussioni di White appaiono solamente funzionali al progetto.
Definire quale che sia la loro proposta non è compito semplice, potrei affermare un blend tra desert-rock a stelle e strisce e musica tradizionale ellenica.
Il suono vede le percussioni agire in sottofondo per dare l’opportunità alle corde di dare origine a scale che legano il flamenco ai Balcani (“Tree song”), a volte volando verso il medioriente musulmano (“Black sea”), con la particolarità di risultare alle nostre orecchie come strumentali grezzi e arcaici da sembrare reperti archeologici (“Goat hair blow”), dando forma a sequenze ipnotiche dal fascino sconosciuto (“Heart’s eyes”).
I momenti che si avvicinano a sonorità occidentali sembrano le brevi digressioni psichedeliche di “Telephone song”.
Opera non immediata, ma che potrebbe fornire l’opportunità per scoprire mondi musicali sconosciuti!!!
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