Il nome di Erik Hammarström è forse poco noto a molti ascoltatori di rock progressivo, ma è praticamente impossibile che risulti del tutto nuovo a coloro che, nell’ormai sterminato panorama prog-rock, rivolgono le proprie attenzioni verso coordinate scandinave. Erik, infatti, è da quasi dieci anni batterista degli Änglagård, e fa parte inoltre degli All Traps on Earth, anch’essi nati da una costola della band svedese. I più curiosi saranno in grado di trovare diverse altre collaborazioni nel curriculum di Erik, ma nulla che possa essere minimamente accostato a “Glödhet Rytmisk Svärta”, suo debutto in veste solista.
Siamo infatti al cospetto di qualcosa di veramente unico: un tessuto ritmico intricatissimo e dinamico, frutto di anni di studio, evoluzione e pratica dello strumento, unito a partiture di musica da camera che fanno sembrare il lavoro di Erik molto più semplice di quanto sia in realtà. Jazz-rock, avantgarde e musica classica si fondono qui in una miscela sonora che, per attitudine e originalità, rimanda agli esperimenti più coraggiosi pubblicati dall’etichetta ECM. Una sinfonia moderna, costantemente vibrante e in tensione, che troveremmo perfetta anche come colonna sonora per una pellicola dal sapore ‘Hitchcockiano’.
L’album è composto da due lunghe suite, entrambe suddivise in diversi movimenti: una title-track di ben 34 minuti e la più breve “Iskallt Mörkt Vatten” (15 minuti), in cui Erik suona tutte le percussioni e il basso elettrico, accompagnato da archi, ottoni, clarinetto, flauto, celesta, arpa e fagotto.
Un lavoro incredibile e ostico anche per i più audaci ‘prog connoisseur’, destinato a lasciare il segno!!!


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