Poche band sono durate più di tre decenni. La formazione bluegrass californiana Nickel Creek è una di queste. Il loro primo disco in assoluto risale ai primi anni ’90 e sono ancora vivi e in grande armonia, anche dopo una pausa di sette anni nel 2007.
Composto da Chris Thile e dai fratelli Sara e Sean Watkins, dopo aver terminato il tour per il loro quinto album “Why Should the Fire Die?”, ognuno di loro è partito per percorsi musicali che corrispondevano ai rispettivi interessi. Solo nel 2014 si sono riuniti e hanno pubblicato “A Dotted Line”, un ritratto della maturità addobbato di gioia e ottimismo attraverso l’acquisita raffinatezza delle loro capacità: un ritorno alla forma che è accolto calorosamente da tutti, fan o critici.
Le collaborazioni occasionali sono state punti di forza nella loro discografia; brevi esibizioni nel 2017 e nel 2019, l’uso della loro canzone in una delle serie Netflix e il successivo annuncio di un disco dal vivo nel 2020. Per un gruppo così vecchio, è senza dubbio appropriato presumere che le loro vite siano state intrecciate insieme in una stringa unificata. Si sono conosciuti negli angoli più profondi della loro personalità, ogni difetto e bellezza di ciascuno registrato nella loro memoria, la maggior parte degli ostacoli riconosciuti e in parte risolti di comune accordo. Forse questo nuovo rilascio, intitolato “Celebrants”, è proprio una celebrazione di tutte queste cose: un’ispezione delicata ed ambiziosa di chi erano una volta e di chi sono adesso, della loro lunga amicizia e del loro amore sempre crescente, della loro parentela che è stata testata e dimostrata genuina.
‘Mio Dio, è bello vederti’ è la frase di apertura del disco di 18 tracce e 50 minuti – le sue vigorose percussioni e applausi segnalano il bisogno di ravvivare la sinergia e pronunciare il loro impenetrabile spirito di corpo. Questo zelo nello svelare poesie che sottolineano l’importanza del rapporto, della connessione romantica e dell’autosufficienza – alcune liriche e allusive, altre semplici e dirette – è quasi sempre presente, la sua causa è radicata nei 9 interi anni senza nuovo materiale collaborativo. Non ci sono quasi tracce strumentali qui – solo due, in effetti, che è una quantità relativamente misera rispetto agli altri loro lavori. I pezzi narrativi sono interamente portati in primo piano, diventando un’antologia tentacolare delle esperienze passate e dei sentimenti forti di ogni membro.
La grande narrazione e le vivide immagini di Nickel Creek, nella maggior parte dei casi, non mancano mai di arricchire questi aneddoti e reminiscenze. “Strangers”, il primo assaggio di “Celebrants”, raffigura la riunione senza sforzo dei nostri. Sentendosi come se non si fossero persi ‘assolutamente nulla’ anche dopo anni di separazione, si rendono conto che, per quanto lontani, non si allontaneranno mai l’uno dall’altro; al contrario, saranno sempre una forza irresistibile, una singolare ‘acqua’ che ‘sta arrivando troppo a lungo per sparire’. Incantevole e fiabesco “Goddamned Saint” è un inno di formazione che svela la storia di un ragazzino che si è liberato dalla bolla in cui era confinato. Da bambino spaventato e timido, è diventato un’anima liberata che ha volato attraverso le plausibili metamorfosi di sé, ignorando i fastidiosi disaccordi, verso la ricerca della propria vera voce.
Messo da parte il suo contenuto lirico, il bluegrass è mai suonato così vasto, così allegro e liberatorio? In “To the Airport”, il violino di Sara prende estasiato il comando; la chitarra di Sean e il mandolino di Chris, seguendo la propria velocità avvincente, fungono da ardenti sostenitori, creando insieme uno dei momenti più magici della raccolta. La traccia poi vortica in “…Despite the Weather”, uno straordinario interludio che ricorda ciò che ha reso i Nickel Creek una band così accattivante in primo luogo: la loro sinergia – l’uno che dà la mano all’altro, una melodia un pilastro dell’altra – è meravigliosamente dinamica. È una testimonianza del fatto che i tre sono spiriti affini inseparabili, che una volta erano bambini con sogni che si pensava fossero più grandi di loro!!!
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