NERO KANE – ‘Of Knowledge And Revelation’ cover albumSe, come me, non hai mai sentito parlare di Nero Kane prima, allora imbattersi nella sua visione artistica può essere un affare alquanto strano e affascinante. Trovando ispirazione da visioni, letteratura e dipinti, in, come lo chiama lui, un ‘pellegrinaggio spirituale’, Nero saccheggia argomenti come le opere di Dante per riempire la propria anima. È questo scopo che modella le sue scoperte sonore, ed è qui, nel nuovo album, “Of Knowledge And Revelation”, che quelle effusioni prendono vita propria.

Italiano di nascita (ma dal sound non sembra affatto), Nero Kane (vero nome Marco Mezzadri) presenta “Of Knowledge And Revelation”, che è la terza puntata del suo viaggio, e nel corso delle otto tracce, è davvero un’esperienza ultraterrena. Accompagnato dalla collaboratrice di lunga data, Samantha Stella, sia musicalmente che artisticamente, e con il contributo aggiuntivo del produttore Matt Bordin, ciò che il duo ha creato è meravigliosamente strano.

Classificato come psych dark folk, aggiungerei facilmente il gothic alla lista, e per avere un’idea reale di questo corpus di lavori, ci addentreremo e vedremo cosa ha da offrire, quindi ecco qui…

Aprendo con un’ouverture di otto minuti, piena di triste bellezza, “Lady Of Sorrow” è, come il titolo dovrebbe evocare nella tua mente, un’oscura tragedia. Atmosferico e in qualche modo distopico, questo monologo ambient ricorda una lugubre Mazzy Star, nel suo momento più oscuro. Nella propria semplicità minimale, è assolutamente incantevole. È difficile contestualizzare qualcosa di così spoglio musicalmente. Senza dire che è meglio sperimentare che leggere, e in questo, quello che voglio aggiungere è che se vuoi davvero avere un’idea di Nero Kane, allora questa traccia sarebbe un magnifico punto di partenza.

“Burn The Faith”, traccia due, serve solo a compattare questo sentimento di disperazione, con il suo bellissimo monologo e l’ambientazione sonora dura, è incredibilmente evocativo. “The Vale Of Rest” e “Lacrimi si Sfinti” hanno entrambi un canto spirituale, con quest’ultimo che per me è un momento clou particolare dell’intero LP. Incredibilmente ipnotico, una volta che sei sotto il loro incantesimo, non puoi tornare indietro.

“The Pale Kingdom” mi fa fare paragoni con i sonetti Madrugada più bassi. Colpisce in modo duro e abrasivo nell’umore, ma allo stesso tempo è così ambient e ‘soundscape-y’, che non sono presenti spigoli vivi. L’intensità sta nel suo minimalismo. In contrasto con “The River Of Light”, che è strumentale e goticamente minimizzato. “The End, The Beginning, The Eternal” è proprio all’altra estremità della tavolozza sonora di Marco Mezzadri. Leggermente più energico, senza essere ottimista (cielo non voglia), questo brano è ipnotizzante e guidato dalle emozioni. Per l’intero lavoro, questo pezzo cattura davvero un accresciuto senso di entusiasmo per la sequenza di note.

Quando la chiusura del disco, “Sola Gratia”, si avvicina al respiro morente di un cigno, ciò che resta è un senso di euforia. Anche in questo caso, la sensazione di essere travolti dai canti è sempre presente, e mentre gli ultimi secondi scivolano nel nulla, l’impulso di riflettere sull’esperienza e di categorizzarla è inesistente.

La cosa con questa opera è che è così unica, è difficile scrivere qualcosa che farà capire alle masse quale sarà l’esperienza. L’ho ascoltato tutto più volte, e ad ogni ascolto imparo un po’ di più e, allo stesso tempo, sono anche più confuso.

In definitiva, questa è un’esperienza folk dark ambient, che non sarà per tutti. Detto questo, se sei disposto a prenderti il ​​tempo, ti porterà in un viaggio che ti aprirà gli occhi e forse risveglierà anche qualcosa dentro di te!!!


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