LEAN YEAR – ‘Sides’ cover albumIl secondo album di The Lean Year, “Sides”, sarebbe sempre stato incentrato sulla tragedia, ma ciò che originariamente era inteso come un’esplorazione del conflitto – mondo e non – ha cambiato rotta dopo la morte dei genitori del musicista Rick Alverson, seguita dalla diagnosi di cancro della madre della cantante Emilie Rex e dalla morte improvvisa del cane di famiglia.

Mentre il titolo è rimasto invariato, il disco risultante non riguardava più l’opposizione e gli spazi creati dalle linee tracciate nella sabbia, ma si concentrava sulla liminalità – il passaggio tra i lati – e lo spazio in espansione tra i vivi e i morenti. Il risultato è una colonna sonora poetica, triste e talvolta addirittura cinematografica dell’esperienza del dolore.

I fan del primo rilascio della band noteranno che “Sides” è separato nella strumentazione rispetto al proprio predecessore. La ricchezza uditiva è fornita dall’alternanza di forza e fragilità della voce di Emilie, che si colloca a metà strada tra quelle di Chan Marshall e Jolie Holland, e le sottili tracce delle radici folk e americane della formazione.

Esemplificato dalla traccia di apertura, “Legs”, così come dalla straordinaria “The Trouble with Being Warm”, il lavoro si sente come una stanza sonora progettata per elaborare emozioni ed esperienze. La canzone risuona della voce solitaria e ansimante della cantante, unita in armonia solo per enfatizzare il testo presagio, ‘a due a due se ne vanno… e i loro amici semplicemente non sanno della grande cosa che li attende’, mentre un collage di suoni aleggia attraverso le fessure: un sassofono solitario qui, la tintinnante fragilità della kalimba là.

“Sides” trova i nostri che giocano nella parte più profonda e oscura dello spettro emotivo. I brani parlano meno della morte che del processo di morte e del suo impatto sui vivi. Allo stesso tempo, cerebrali ed emotive, le composizioni trasmettono un senso di inquietudine, un senso dell’inevitabile. ‘Un vaiolo sulla tua salute… la fine di tutto ciò che sai. Voglio solo andare di notte’, canta Emilie nella dolorosa ninna nanna “Nitetime”.

“End” brandisce il sassofono come una canzone dei Morphine mentre scandaglia le profondità del disorientamento. ‘Non so dove sono, non so dove sono stato’, si lamenta Rex. ‘Se reciti la mia parte, dimmi quale sono’.

Mentre i pezzi marciano verso la loro conclusione certa, la separazione dei vivi dai morenti si esprime attraverso i loro corpi. I corpi li legano insieme e segnano la loro separazione l’uno dall’altro. C’è cadere, sollevarsi e protendersi; i corpi devono essere combattuti e sistemati, spinti e tirati. E, anche quando è finita, i vivi, che non riescono a smettere di percepire, osservare e sentire, hanno il dolore di essere vivi. Quanto siamo fortunati che la creazione di questo album sia stata il loro unguento!!!


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