MADRUGADA – ‘Chimes At Midnight’ cover albumIl ritorno da una pausa di dieci anni può essere una prospettiva scoraggiante per alcune band, soprattutto se quella pausa è stata causata dalla morte di uno dei membri. Questo era il caso dei Madrugada: avevano deciso di smettere dopo che il loro amico e chitarrista, Robert Burås, era morto durante la registrazione di quello che sarebbe stato il loro ultimo album omonimo all’epoca.

Durante i 10 anni trascorsi dallo scioglimento, tuttavia, la formazione è riuscita a raccogliere più interesse, sia in Europa che fuori, così hanno deciso di riunirsi per celebrare il 20° anniversario del lavoro che ha dato inizio a tutto per loro: “Industrial Silence”. Il tour di quelle canzoni ancora una volta, con tre dei quattro membri originali (e alcuni amici che riempivano le chitarre) li ha lasciati desiderare di più, ed è così che ora abbiamo un nuovo album dei Madrugada pronto per noi, “Chimes at Midnight” – quasi 14 anni dopo il loro spettacolo finale nel 2008.

Dalle lunatiche note di apertura di “Nobody Loves You Like I Do”, una cosa è chiara: questo è il classico sound del gruppo, al suo meglio. Tutto ciò che dovrebbe essere lì in realtà è lì, che si tratti del timbro vocale caratteristico di Sivert Høyem, o della raffinata strumentazione fornita dal bassista Frode Jacobsen, dal batterista Jon Lauvland Pettersen e dai chitarristi Cato Thomassen e Christer Knutsen. Il vantaggio più forte di questa formazione è che sanno quando trattenersi e lasciare che la mentalità ‘less is more’ parli da sé, o quando intervenire e portare a casa la canzone, e di conseguenza, questo è un ottimo set di 12 brani, pronti a ridestare il nostro interesse nei loro confronti.

C’è un’atmosfera prevalentemente romantica in questo disco e le sue composizioni. Brani come “Call My Name” o “Running From The Love Of Your Life” mostrano perfettamente la gamma di Høyem, con il primo che mette in evidenza i suoi bassi e alcuni passaggi dolci e pronunciati che si fanno strada nel secondo. Anche il pianoforte è al centro della scena qua e là, in particolare in “Help Yourself to Me”, che vede una voce femminile armonizzarsi con quella di Sivert, e “Ecstasy”, la ballata finale dell’LP. Alcune tracce, come “Spanish Computer” e “Empire Blues“, espandono ulteriormente la tavolozza sonora offerta, con la prima che ha un caratteristico tocco latino nelle sue melodie, così come un assolo di chitarra opportunamente graffiante e lamentoso, e la seconda cambia le cose per una fusione country / blues.

Alla fine, mentre ci sono un paio di momenti più lenti, che tendono a ristagnare tutto, “Chimes at Midnight” è un ritorno straordinariamente appropriato per la band di cui non sapevate di aver bisogno (a priori) nella vostra vita. I Madrugada sono invecchiati come un buon vino e questa collezione, che può facilmente fare da colonna sonora al tuo viaggio verso il tramonto (stranamente specifico e un po’ cliché, lo sappiamo, ma è vero) dimostra solo questo punto. Lasciatevi cullare, sapranno essere la migliore compagnia per la vostra mezzanotte!!!


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